Argomento molto spinoso e su cui molte volte viene fatto un eccessivo terrorismo soprattutto per quanto riguarda la classica uscita tra amici.
Come guida professionale mi trovo spesso a rispondere ai miei clienti a varie domande su questo argomento.
Partiamo dal concetto di Accompagnatori. Chi sono?
a)i professionisti, iscritti ad albi o associazione di categoria, che accompagnano le persone in cambio di un corrispettivo.
Sono lavoratori che hanno fatto un determinato percorso formativo, superato degli esami, seguito dei corsi, che hanno una determinata preparazione scolastica, preparazione fisica e preparazione tecnica. Come professionisti sono sempre assicurati. Senza soffermarci sulle singole tipologia ,ambiti lavorativi e aree di competenza ve li elenco: la guida alpina, l’accompagnatore di media montagna, la guida vulcanologica, la guida speleologica e le guide escursionistiche.
b)i non professionisti o volontari che accompagnano gratuitamente altre persone. In questo caso dobbiamo fare delle distinzioni:
: b1) qualificati: nel caso degli istruttori ed accompagnatori titolati del CAI;
b2) non qualificati: nel caso di chi si presta ad accompagnare per ragioni associazionistiche e, o di amicizia.
In questo articolo vi avviso già che mi interessa principalmente parlare della “Responsabilità nell’accompagnamento nelle uscite tra amici” del punto b2.
Attualmente è giusto che lo sappiate non c’è una normativa specifica sulla responsabilità nell’accompagnamento in montagna. Bisogna infatti far riferimento al codice civile , al codice penale e alle varie sentenze della Cassazione.
Di seguito vi riporto gli articoli del codice civile a cui fare riferimento:
art. 2043 del codice civile “Qualunque fatto doloso, o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.”
art. 2050 del codice civile “Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di aver adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno.”
art. 1229 del codice civile “Stabilisce che la tradizionale dichiarazione con cui il partecipante all'escursione esonera dalla responsabilità l'accompagnatore non ha validità."
Cavoli ma quindi anche quando organizzo un’uscita con degli amici sono io il responsabile per eventuali danni che gli possono capitare?
Sembrerebbe proprio che tu sia costretto ad andare per i monti sempre da solo o con degli accompagnatori professionisti coperti d’assicurazione.
Fermati, non trarre conclusione affrettate. Certo che no! Ci mancherebbe. Basta usare la testa nella scelta dei percorsi e soprattutto dei propri compagni d’escursione.
Cerchiamo di andare più a fondo delle questione leggendo anche le dichiarazioni su questo argomento del Presidente Generale del Cai avv. Vincenzo Torti. Direi uno che qualcosa ne sa. (articolo che potete trovare sul web)
Fate attenzione a questo concetto. Sentiamo cosa scrive l’avv Torti.
Avv.Torti: “Per parlare di accompagnamento occorre che la relazione tra coloro che vanno in montagna risulti connotata dalla cennata finalità di trasferimento di una parte di rischio dall’accompagnato all’accompagnatore e dalla accettazione da parte di quest’ultimo, in capo al quale nascerà un dovere di protezione, da cui discendono specifici obblighi, cui corrisponderanno, comunque, anche precisi obblighi di diligenza e correttezza a carico dell’accompagnato”.
Fermi tutti, aspetti non da poco, focalizzati su questi concetti :
a)obblighi di diligenza e correttezza
b)trasferimento di una quota del rischio dal meno al più esperto
Avv Torti: “Ciò significa che non sarà accompagnatore in senso giuridico l’amico o il socio della Sezione con cui si esce la domenica e neppure l’istruttore o la guida alpina, ogni qualvolta l’escursione o la salita siano una mera occasione di attività congiunta, ma non vi sia la finalità di integrare i limiti di esperienza, conoscenza e capacità tecniche da parte dell’uno e a favore dell’altro, così che risulti praticabile quel che, altrimenti, non si sarebbe potuto affrontare”.
Soffermiamoci anche su queste affermazioni molto importanti. Questo è un altro caso:
a)non vi è la finalità di integrare i limiti d’esperienza, conoscenza e capacità tecniche.
b)mera occasione di attività congiunta
c) non avviene il trasferimento di una quota del rischio in quanto tutti hanno le stesse competenze, esperienza ecc.
Ma in base a quello che è stato detto cosa succede in caso di infortunio di un partecipante? E’ questo l’aspetto che alla fin fine ci interessa. Giusto? Focalizziamoci sugli aspetti civilistici.
Le situazioni che si possono individuare nell’accompagnamento per amicizia sono due:
a) l’accompagnatore ha più esperienza, competenze e capacità nel condurre il gruppo. In questa situazione i partecipanti fanno affidamento su di lui. In questo caso la giurisprudenza impone all’accompagnatore un onere superiore come responsabilità civile.
In alpinismo la valutazione della colpa dell’accompagnatore più esperto viene giudicata con grande rigore, valutando le cause dell’incidente quali imprudenza, imperizia, negligenza nella valutazione delle difficoltà tecniche dell’itinerario in relazione alle capacità dell’accompagnato, il terreno, le condizioni climatiche, ecc.
Attenzione, spetterà però all’infortunato dimostrare la superiorità tecnica dell’accompagnatore. Per contro, il più esperto non è tenuto al risarcimento quando il compagno meno esperto compie atti di evidente imprudenza, derivanti dall’inosservanza dei consigli ed insegnamenti dell’accompagnatore.
b) tutti i partecipanti hanno le stesse capacità. Per la giurisprudenza ognuno ha la stessa responsabilità civile
Considerando gli aspetti giuridici che vi ho esposto, sono i seguenti:
a) se volete fare un’uscita con degli amici proponete qualcosa di semplice. Fate più uscite insieme. Ci sono migliaia di percorsi su sentieri non esposti, strade forestali che portano a dei bellissimi rifugi. All’inizio proponete percorsi turistici noti e senza difficoltà dove non bisogna avere particolari conoscenze tecniche.
b) sondate le persone con cui uscite gradualmente. Uscite insieme più volte partendo da delle escursioni elementari.
c) se avete la passione per la montagna non guasta farsi un’assicurazione. Il rischio zero non esiste.
Tutelatevi. Alcune assicurazioni non sono poi così costose come si pensa.
d) è’ molto utile all’inizio fare anche un corso, ad esempio con una sezione Cai, con un accompagnatore di Media Montagna o una Guida ALPINA. Non cercate altre soluzioni. Sono gli unici riferenti seri.
e) usate la testa, siate umili e consci delle vostre capacità
Come mi comporto io
E’ palese che mi muovo differentemente se organizzo un’uscita come guida escursionistica o come “amico”.
Come guida non conoscendo i partecipanti devo essere estremamente scrupoloso. Chi fa questa professione sa quanta preparazione c’e’ dietro un’uscita per evitare al massimo che qualcuno si faccia male. Specifico che come guida escursionistica il mio compito non è creare degli alpinisti ma trasferire informazioni, far conoscere il territorio e far vivere una bella giornata serena ai partecipanti.
Come “amico” pure io però faccio varie uscite. Se devo andare a fare una semplice camminata su strada forestale, con 200 metri di dislivello per raggiungere un rifugio ci vado anche con l’amico con cui bevo lo spriz il sabato sera. Se devo andare a fare una ferrata, una ciaspolata , andare su sentiero escursionistico EE , beh di certo mi scelgo compagni con cui ho fatto dei corsi d’alpinismo e che abbiano una comprovata esperienza. Devo sempre sapere infatti in questi casi che il mio compagno, oltre a essere autonomo nel muoversi in contesto alpino potrebbe essere anche la persona che mi aiuta se ho un incidente.
Concludo l’articolo con una riflessione.
In Italia nell’escursionismo c'è un brutto vizio. Individualmente ci sia assume poca responsabilità. Il primo responsabile della nostra sicurezza siamo noi stessi e non gli altri. E’ un aspetto che sfugge a molti.
Vi faccio sorridere. Molte volte come guida mi trovo a rispondere a questa domanda (specifico che nella descrizione di un' uscita metto, durata, dislivello, tipologia del percorso, equipaggiamento richiesto e tutte le informazioni indispensabili): “Mi iscrivo all’uscita ma secondo lei sono in grado di fare questa escursione?”.
La mia risposta spontanea sarebbe “beh, se non lo sai lei come faccio a saperlo io che non la conosco”.
Logicamente non posso dare questa risposta ma posso almeno cercare di capire chi mi trovo al di là della cornetta facendo delle domande:
-che uscite è abituata a fare? Quanto spesso le fa? L’ultima escursione quando l’ha fatta? Ha qualche problema a ginocchia, schiena? Ha tutto l’equipaggiamento richiesto? Qual è il suo dubbio? Ecc.
A sto punto sapete molte volte cosa succede? Che dico alla persona che non può partecipare all’uscita. Lo stesso deve essere fatto tra amici.
Difficile? No, basta usare la testa.